venerdì 10 ottobre 2008

La vita và la vita và, la bicicletta deve andare a cagaaaàà...


Dicono che per conoscere meglio il nemico devi immedesimarti in lui, agire come lui, pensare come lui. L'ho fatto. Se c'è una cosa che odio quando sono per strada è il ciclista che si pianta in mezzo alla carreggiata o che tutto a un tratto ti sbuca davanti contromano con il suo bel sorrisino e l'Ipod a tutto volume. Per lui andare contromano è una cosa normale, freme dalla voglia di farsi le strade della città in mezzo alla corsia, possibilmente guardando in faccia colui che sta venendo verso di te.
Complici un motorino che mi ha lasciato a piedi per l'ennesima volta e una compagnia di autobus che fa acqua da tutte le parti, per non dire schifo (l'Ataf), in questi giorni mi sono convinto che forse una valida alternativa per fare gli 8 km che dividono casa mia da lavoro poteva essere la bicicletta. "Bravo Michele", mi sono detto, "risparmi, non inquini e soprattutto fai fare un po' di moto a quelle gambucce che ti ritrovi". Bravo un cazzo. Dopo aver preso un po' di confidenza con la Graziellina della mamma e aver pedalato per un paio di chilometri SUL LATO PIU DESTRO della strada, mi sono subito ritrovato cicchetucicche con il cofano di una macchina. Il ritorno non è stato certo dei migliori: pista ciclabile, io che pedalo con la mia guida briaca e tutto a un tratto riecco che al primo incrocio mi accarezza dolcemente una Punto. La parte meno pericolosa del guidare una bicicletta a Firenze è stata l'attraversamento dei binari chiusi in via vittorio emanuele, per il resto terrore allo stato puro. Tesori, la brava massaia che va a giro pedalando con le sue buste nel panierino non mi riuscirà mai farla. Ho provato ad immedesimarmi nel nemico, ma invano. Il nemico deve rimanere tale ed è meglio non avere niente a che fare con lui, lasciamo lui a zonzo per la città ad osservare i divieti d'accesso che gli si avvicinano mentre pedala, prima o poi sbucherà un camion della Coop. Inquino col motorino? Andrò più spesso a piedi, ma quando esco poi voglio essere sicuro di tornare intero a casa!

sabato 4 ottobre 2008

Matrimoni e incantesimi...


"Che vita romantica che fai Michele, ogni poco sei a fotografare un matrimonio, ritrai tra la gente che si ama, fotografi belle spose, mangi in luoghi fantastici...". Agli occhi degli altri certe volte mi sembra di apparire come MariaFiore di "Prima o poi mi sposo", ma voglio sfatarvi un mito: non sempre è così. Per prima cosa: la sposa. Pensate che sia sempre la bella ragazza alta, fisico da top model, che si presenta alla chiesa in carrozza, con un lungo velo e magari con due colombe bianche che le svolazzano attorno quando si avvicina all'altare? Illusi. Non sempre è così, poi può anche capitare. La scorsa settimana ero a fare un matrimonio tra un camionista e una bidella: appena lei è scesa dalla macchina le sono andato incontro, le ho aperto la portiera e subito l'esclamazione: "cazzo, ho scordato i'bouquet n'ì frigorifero!". Ma bonjour finesse, si parte bene. Quel matrimonio poi è finito a tarda notte con una spensierata gara di rutti tra i testimoni. Un matrimonio che si rispetti deve avere almeno una delle seguenti caratteristiche: 
  1. la zia che ogni tanto va ad aggeggiare il vestito della sposa durante la cerimonia
  2. il parente che, preso da un attacco di protagonismo, durante il lancio del riso rischia di spaccarsi l'osso del collo per correre a rovesciare tutta la confezione del riso flora addosso agli sposi
  3. due o tre bambini che si rotolano per terra durante la cena perchè si stanno tramortendo i coglioni e hanno finito il campionario di giochi da fare
  4. la cugina zitella di 40 anni che si presenta al ricevimento scosciata e con un'acconciatura stile Samantha Fox anni '80, fiduciosa di incontrare qualcuno che prima o poi porti anche lei sull'altare
  5. la ragazza cicciona e l'amico gay della sposa che duettano una canzone al piano bar
  6. il trenino attorno ai tavoli organizzato dal primo zio che finisce la bottiglia di chianti a tavola
Senza almeno una di queste caratteristiche non esiste il matrimonio. Altro che scambio degli anelli, baci appassionati, lacrime e pensieri speciali, queste cose lasciamole alla Rossella O'Hara e a Carlo e Diana, non saranno romanticissimi ma guarda cosa è successo a loro...